Chiusa Telefabbrica

 

Il comunicato della redazione di TeleFabbrica

 


TELEFABBRICA E’ STATA OSCURATA. OGGI CI E’ STATA NOTIFICATA L’ORDINANZA DI DISATTIVAZIONE DEL TRASMETTITORE DA PARTE DI DUE FUNZIONARI DEL MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI. CI SI CONTESTA L’ACCENSIONE DI UN IMPIANTO TRASMITTENTE SENZA AUTORIZZAZIONE GOVERNATIVA.

IN UN MOMENTO IN CUI ESISTE UN MONOPOLIO CONCLAMATO DELL’ETERE ANCHE UNA PICCOLA TV DI STRADA EVIDENTEMENTE DIVENTA FASTIDIOSA.
SOPRATTUTTO QUANDO SI OCCUPA DI UN PROBLEMA SCOTTANTE COME QUELLO DEGLI OPERAI FIAT DI TERMINI IMERESE E SOPRATTUTTO QUANDO FA LIBERA INFORMAZIONE.
SULL’ONDA REPRESSIVA DI QUESTI GIORNI ANCORA UNA VOLTA LE VOCI NON ALLINEATE VENGONO IMBAVAGLIATE DA UN REGIME MEDIATICO.

SONO BASTATI SOLTANTO TRE GIORNI!!! LA MACCHINA REPRESSIVA SI è SUBITO ATTIVATA PER INTERCETTARE IL CANALE ,CONVOCARCI AL COMANDO DEI CARABINIERI E OSCURARE IL SEGNALE.
MINCHIA CHE EFFICIENZA!
IN UN MOMENTO COSì DRAMMATICO PER TERMINI IMERESE E PER TUTTI GLI OPERAI FIAT LA PREOCCUPAZIONE MAGGIORE DEL MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI E’ STATA QUELLA DI CHIUDERE L’UNICO CANALE CHE SENZA FILTRI DAVA VOCE AGLI OPERAI.

TELEFABBRICA IN SOLI TRE GIORNI DI VITA HA RACCOLTO LA PARTECIPAZIONE, IL COINVOLGIMENTO E LA FIDUCIA DEGLI OPERAI IN LOTTA, DEI CITTADINI DI TERMINI E DI TUTTI QUELLI CHE CREDONO NELL’INFORMAZIONE LIBERA E INDIPENDENTE.

A TUTTI QUELLI CHE IN QUESTI GIORNI CI HANNO AIUTATO, SOSTENUTO E INCORAGGIATO DICIAMO CHE NOI NON CI ARRENDEREMO.
IN QUALSIASI MODO,IN QUALSIASI FORMA TELEFABBRICA CONTINUERA’ AD ESISTERE.

CI UNIAMO QUINDI AL CORO DEGLI OPERAI: LOTTA DURA CONTRO LA CHIUSURA.

 

Il comunicato di Telestreet e OrfeoTv

 


Ieri, quattro dicembre del duemilaedue un nucleo di carabinieri, su mandato del Ministero della Comunicazione ha chiuso Telefabbrica, una telestreet nata a Termini Imerese per sostenere la lotta degli operai della Fiat minacciati di licenziamento. Telefabbrica trasmetteva da sabato sera in un raggio di centocinquanta metri.
Il Ministero della Comunicazione ha dato ordine di chiuderla.

Centocinquanta metri.
Più o meno è come impedire a due sorrdomuti di farsi dei gesti di saluto dai due lati della strada. Il messaggio che arriva dal governo appare chiaro. Nessuno ha più il diritto di comunicare, solo Lui (e i suoi inservienti).
Telefabbrica non aveva la concessione governativa che autorizza a trasmettere, violava dunque l’articolo 195 del Codice Postale e la Legge Mammì.
Anche Rete4 non dispone della concessione, e il suo raggio di azione non è di centocinquanta metri. Ma Rete4 può trasmettere, il Ministero della Comunicazione non la chiude.

Telestreet è nata per diffondere la coscienza che è possibile rompere il monopolio della comunicazione prendendosi semplicemente la responsabilità di comunicare, con tutti gli strumenti, anche quello televisivo.
E’ possibile farlo, costa poco, e mette in moto energie creative e politiche.
Telestreet è nata per portare democrazia nella comunicazione, proprio ciò che in questo paese si cerca di distruggere.
Perciò Telestreet chiama tutte le persone sensibili a provare lo stesso disprezzo che noi proviamo per questa comica repressione che impedisce alla gente di trasmettere parole ed immagini nel raggio di centocinquanta metri.
Per parte sua Telestreet insiste nel rivendicare il diritto alla comunicazione e dichiara che continuerà con tutti i mezzi a riaffermare questo diritto sancito dall’art. 21 della Costituzione.


Orfeotv/Telestreet