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Telestreet, nasce un'altra televisione
di Max Franceschini

Il 21 giugno a Bologna sono iniziate le trasmissioni di OrfeoTV, micro televisione di quartiere. La sua nascita, e quella del network Telestreet, è la nuova scommessa che nasce dal gruppo di Radio Alice, la piccola emittente radiofonica bolognese che negli anni '70, con la sua attività, riuscì a battere il monopolio contribuendo alla diffusione delle radio libere. Il progetto è ambizioso: ricostruire dal basso la democrazia della comunicazione con un network orizzontale costituito da centinaia di TV di quartiere. E con una consapevolezza: uniti si vince.
Ce ne parla Valerio Minnella, uno dei fondatori di OrfeoTV, ai microfoni di Radio Alice quando la polizia fece irruzione in diretta sospendendone le trasmissioni.

Cominciamo dall'inizio: chi siete, e come nasce questa idea?
L'idea è nata nella testa di Ambrogio (Giancarlo Vitali, n.d.r.), uno degli amici e compagni con cui ho condiviso l'esperienza di Radio Alice, dalla sua nascita fino al '77, anno in cui è stata chiusa. Qualche mese fa mi ha detto di avere in mente di far nascere una "micro tv" che trasmettesse a livello di quartiere. Parallelamente, di creare un network che fosse il contenitore di altre micro tv che si sarebbero costituite seguendo questa esperienza. Ho aderito subito a questo progetto, occupandomi in particolare degli aspetti tecnici della questione, come facevo ai tempi per Radio Alice. Ho quindi ideato e realizzato gli strumenti per trasmettere.

Come mai avete sentito il bisogno di avviare un simile progetto?
Siamo tutti inferociti per la situazione Italiana. Tieni presente che allora Radio Alice fu la radio che permise di battere il monopolio radiofonico, attraverso il processo che subimmo e la successiva sentenza di assoluzione, che decretò l'incostituzionalità del monopolio e la nascita delle radio libere. Vedere rinascere un monopolio di fatto oggi, a livello televisivo, ci preoccupa molto. Allora era un monopolio di stato, oggi è un discorso di concentrazione e di controllo nelle mani di un unico soggetto del 92% del mercato televisivo italiano.

Questa è una riflessione che moltissimi ultimamente hanno fatto. A differenza degli altri, voi decidete di fare qualcosa...
Ambrogio, io, Franco, Stefano e gli altri del gruppo abbiamo pensato che non fosse sufficiente la logica dei girotondi in difesa della libertà televisiva, o la proposta avanzata da altri di comprare la terza rete... il problema non è procurarsi un trasmettitore che copra tutto il territorio nazionale. Oggi comprare un canale satellitare è molto economico, sono sufficienti 130.000 euro. Basterebbe mettersi insieme in 250 e con 500 euro a testa lo compriamo... Il problema vero è la gestione, la produzione: fare un solo minuto di tv è uno sforzo enorme. Quello che intendiamo fare è riuscire a creare una struttura che sia gestibile e controllabile con le nostre forze, che sono le forze della "miseria". L'idea è di fare una TV "al rovescio", senza una pesante struttura gerarchica, mettendo migliaia di persone nella condizione di creare e produrre video autonomamente. Dopo un periodo iniziale, i più motivati di loro diventeranno una redazione pienamente funzionante, capace di produrre realmente.
Noi consideriamo OrfeoTV un'esperienza esemplare. La facile riproducibilità è l'elemento su cui abbiamo maggiormente lavorato. Dal punto di vista tecnico, la tv è realizzabile da chiunque sappia tenere in mano un cacciavite, utilizzando apparecchiature standard, acquistabili con poche centinaia di euro in qualsiasi negozio. Diamo anche un supporto tecnico attraverso un vademecum pubblicato sul sito www.telestreet.it.
Se centinaia o migliaia di persone ci seguono su questa strada, il primo effetto che otterremo sarà un forte segnale politico; il secondo, un segnale culturale: migliaia di persone che cominciano a fare la tv, anziché guardarla. Pensa solo al numero di videomaker indipendenti che girano in digitale e distribuiscono i loro prodotti soprattutto sul web, come è successo per la documentazione realizzata in Palestina o durante il G8 di Genova. Il momento è culturalmente favorevole a questa esperienza.

Avete già segnali in questo senso?
Sia la mailing list che il forum che abbiamo aperto sono già sature di centinaia di persone. Un terzo buono di loro si dicono disposte ad aprire una loro micro tv. Questo può significare che, tra non molto, le micro tv che nasceranno saranno centinaia, sparse in tutta Italia, innescando un meccanismo non più reversibile.

Tutto questo è fuorilegge...
Per la legge Mammì, la detenzione pura del trasmettitore, senza effettuare nessuna trasmissione, è un delitto. Noi sappiamo comunque di non rischiare grosso: la legge prevede una condanna fino tre anni per tv nazionali, e un anno e mezzo per tv locali. Essendo noi tutti incensurati, significa l'applicazione della condizionale, al massimo una multa. Ma noi siamo convinti che non potranno spingersi troppo avanti. La legge sull'emittenza è altamente disapplicata; Rete4 ad esempio è senza concessione proprio come noi, da un anno e mezzo dovrebbe trasmettere solo su satellite. Se un magistrato dovesse perseguire noi e non loro, sarebbe una situazione difficile da spiegare.

Torniamo a OrfeoTV. Quanta gente riuscite a raggiungere attualmente e qual'é il palinsesto?
Parliamo di circa due, tre mila persone "teoriche", non abbiamo ancora dati precisi. Pensa però che tanti che non riescono a riceverla vanno a guardarla al bar al centro del quartiere. E' la vittoria della tv sociale, fatta da quello che abita nel palazzo di fronte, con il quale il giorno dopo puoi andare a discutere di quello che ha detto. La nostra scel Parliamo di circa due, tre mila persone "teoriche", non abbiamo ancora dati precisi. Pensa però che tanti che non riescono a riceverla vanno a guardarla al bar al centro del quartiere. E' la vittoria della tv sociale, fatta da quello che abita nel palazzo di fronte, con il quale il giorno dopo puoi andare a discutere di quello che ha detto. La nostra scelta è di fare una televisione di "flusso", non di palinsesto. Chi ci guarda non sa cosa vedrà. Per ora trasmettiamo per un paio di ore al giorno. Una delle trasmissioni più interessanti l'abbiamo realizzata raccogliendo tra la gente voci e opinioni circa il presunto attentato sventato alla Basilica di San Petronio. Poi abbiamo fatto una piccola discussione in studio, con persone incontrate per strada.

E dopo OrfeoTV, verrà Telestreet...
Il punto più importante di questo progetto sarà la collaborazione tra tutte le diverse micro tv che nasceranno, e che saranno raccolte nel network Telestreet. Questo network sarà il contenitore, la prospettiva reale di questa esperienza. Noi non intendiamo il network come una marea di trasmettitori potentissimi e costosissimi che coprono tutto il territorio: per noi è una rete di microtrasmettitori, fortemente interconnessi fra loro, in una logica aperta. E' la stessa logica di produzione del software opensource, libero e gratuito, in cui ognuno riversa le proprie idee e dà il proprio contributo alla realizzazione complessiva, migliorando ed espandendo continuamente il lavoro fatto da altri. I contenuti realizzati da una singola tv saranno a disposizione di tutte le altre, come pure le esperienze produttive.
Questa in definitiva la prospettiva: un progetto di comunicazione che nasce orizzontalmente e punta sia alla formazione che alla motivazione di una struttura agile, diffusa e radicata a livello locale, strettamente interconnessa e che fa della condivisione dei contributi e delle esperienze il suo punto forte. Ma non possiamo pensare di abbattere un monopolio facendo le stesse cose che fa il monopolio. Occorre svilluppare un modo diverso di parlare, altri contenuti, altri linguaggi. Anche dal punto di vista tecnologico Telestreet sarà molto attenta, e saprà sfruttare tutti gli strumenti che saranno via via disponibili, come la banda larga, la tv digitale e il satellite.

Quali sono i requisiti che dovranno avere le future micro tv per far parte del network di Telestreet?
Noi poniamo solo tre pregiudiziali: antifascismo, antisessismo e antirazzismo.













Materiali standard reperibili facilmente con poche centinaia di euro e un cacciavite: questo è ciò occorre per far nascere una micro tv. Le istruzioni sono sul sito di Telestreet


link utili:

--> il sito di Radio ALice
--> la pagina di altrocinema.it dedicata al documentario su Radio Alice

 

 
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