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22.06.2002
Una tv di quartiere contro la dittatura televisiva
di Valentina Avon

 BOLOGNA Ora di cena, si accende la televisione, al bar Micky&Max si accende OrfeoTv, c?è il pubblico come per la partita. Sono cominciate venerdì sera a Bologna le trasmissioni della autoproclamatasi ?madre di tutte le tv di quartiere? che si è presentata alla stampa. Un ricevitore montato al contrario a un?antenna su un tetto della centrale via Orfeo è diventato un trasmettitore, il raggio d?azione è di un centinaio di metri. Tecnologia semplice, ma proibita, la legge Mammì punisce chiunque detenga un trasmettitore tv, sono minimo 7 mesi, convertibili in multa. Tecnologia a basso costo, mille euro, prestati da un amico al gruppo fondatore di cinque persone, Franco Bifo Berardi, Stefano Bonaga, Andrea Gropplero, Valerio Minnelli, Ambrogio Vitali, attorno a cui gravitano una ventina di collaboratori. Operatori della comunicazione, nessun professionista dell?informazione, intellettuali, studenti del Dams, amici, pezzi della storica Radio Alice.
Tecnologia facilmente reperibile, perché OrfeoTv deve essere un modello da diffondere. Deve essere televisione ?per tutti?, lo slogan appare sul video dopo la dichiarazione d?intenti, a seguire un fiume di interviste, alla gente del quartiere, per strada, a Stefano Benni, a Michele Serra, il filosofo Bonaga che intervista una parrucchiera: ?c?è bisogno di una tivù di quartiere??. In onda non manca l?approfondimento sulla vicenda degli Orti secolari di via Orfeo, il parco nel cuore del quartiere dove la giunta Guazzaloca prevede un parcheggio, non mancano le produzioni video d?autore, dei filmakers. Prove tecniche di trasmissione, si tarano i contenuti.

Un occhio alla banda larga e uno al mediattivismo di Indymedia, il network informativo di movimento che vive in rete, l?idea si è sviluppata nei mesi scorsi anche lungo una serie di riunioni aperte, al Teatro Polivalente Occupato, al Link, all?Ex Mercato 24, centri più o meno sociali di produzione culturale e politica, attraverso una serie di confronti con il partecipato mondo della comunicazione bolognese.
Già ci fu il monopolio dell?etere, cadde nel ?74 per una sentenza della Corte
Costituzionale che lo tolse allo Stato, nacquero allora l?emittenza privata, le radio e le televisioni commerciali, nacque allora anche Berlusconi. Oggi, dopo 27 anni, si riparla di monopolio, di tipo diverso ma sempre tale: ?neo-autoritario? lo definiscono nel manifesto. ?In Italia si è instaurata una dittatura televisiva? è l?assunto di partenza, il richiamo è all?articolo 21 della Costituzione, quello che sancisce il diritto all?informazione dei cittadini, la proliferazione di emittenti è l?obiettivo e allo stesso tempo lo strumento di battaglia civile. OrfeoTv vuole essere solo il primo esempio, c?è già un progetto di messa in rete di questa e delle altre televisioni di quartiere che verranno, porta il nome di Telestreet, già si vocifera di Tele Savena, altro quartiere bolognese. ?S?alzino antenne libere sui nostri tetti? è l?appello, lanciato anche verso altre città, Milano, Pescara, Palermo, Napoli, Verona.

Si trasmette in coni d?ombra, frequenze libere non ne esistono, si occupano le ?macchie? senza oscurare nessuno. Il canale 51, dove trasmette OrfeoTv, è un?avanzo di frequenza di Mtv, dai ripetitori di Modena, la regia è una minuscola stanza coi video lettori e una segreteria telefonica. ?Siamo patetici? riassume Bifo ?ci battiamo contro un regime che raccoglie decine di migliaia di miliardi dal retro di un bar?, e subito trasforma la debolezza del gesto nella forza della partecipazione, perché loro sono la dimostrazione di quanto sia facile, in fondo.

Anche diventare telespettatori è facile, basta sintonizzarsi. Nelle zone dove il segnale arriva sono affissi manifesti con le istruzioni per la migliore ricezione domestica della tivù vicina di casa, oltre alle ragioni della sua esistenza. Le istruzioni su come e che cosa serve per costruirsi la televisione che trasmette si trovano invece nel sito telestreet.it.

Per ora OrfeoTv va in onda sul finire del giorno, attorno alle sette, per due o tre ore, ma si riserva anche di non trasmettere proprio, di lasciare sul video il logo e l?audio sintonizzato sulle frequenze di una radio locale di informazione, piuttosto che di realizzare eventi speciali. Il palinsesto è annunciato ?a mosaico?, pronto a ospitare ogni tipo di intervento con le regole che già adotta l?open publishing in rete: accesso libero per tutti per l?autopromozione e la diffusione di idee e notizie ma niente ?razzismo, sessismo, fascismo?.

OrfeoTv è in onda, ora manca solo una cosa: lo share.




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