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L’arcipelago delle ombre eteree – Intervista a Valerio Minnella di Orfeo TV

A saperlo Davide sarebbe colto dall’invidia più nera. Il gigante Golia degradato a ruolo di nanetto, e la sua impresa a una rissa da doposcuola. In poche parole. In Italia esiste un monopolio televisivo, e una legge che vieta il possesso di strumenti per la comunicazione televisiva. Che sarebbe Golia. Esiste poi un progetto che si chiama Telestreet, che prova a rompere questo monopolio con una attrezzatura da 1000 euro. Più o meno il costo di una fionda. A volta le cose semplici sono le più sorprendenti per genialità e coraggio. Semplice e geniale è il progetto di Telestreet. Per fare televisione non occorre necessariamente un’attrezzatura sofisticata e costosa. Le televisioni nazionali per coprire una città devono impiegare più di un trasmettitore, lasciando centinaia di coni d’ombra a macchia di leopardo. I coni d’ombra sono quegli spazi vuoti che si creano quando il segnale radiotelevisivo di un trasmettitore incontra degli ostacoli (dislivelli, palazzi, tralicci). Sfruttando queste “zone franche” è possibile trasmettere, senza disturbare nessuna emittente. In questo modo è nata Orfeo TV, la prima televisione di strada italiana, che utilizza un trasmettitore piccolissimo (0,07 watt di potenza), e trasmette a Bologna nella zona di Via Orfeo, sfruttando un cono d’ombra di MTV. Telestreet vuole essere una rete nazionale di televisioni di strada. Una televisione di strada è nata anche a Termini Imprese con lo scopo di documentare le lotte degli operai della fiat, nome Telefabbrica, copertura circa 150 metri. Il quattro dicembre scorso, dopo tre giorni di trasmissioni, i carabinieri su mandato del ministero della comunicazione hanno chiuso Telefabbrica, provvedendo ad oscurare il segnale. Il messaggio che arriva dal governo è chiaro:  nessuno ha più diritto a comunicare. Pensate che anche Rete4 non dispone della concessione, ma nessun ministro pensa di chiuderla. La legge Mammì, votata nel corso degli anni ’80 vieta il possesso di strumenti per la comunicazione televisiva senza la relativa concessione o autorizzazione. Per questa legge è stata chiusa telefabbrica, contro questa legge, in nome dell’articolo 21 della Costituzione, si batte Telestreet. In Calabria esiste una televisione di strada, si chiama Telerobbinud e trasmette nella zona di Squillace, sul canale 35. Nel Lazio, a Gaeta, trasmette già da un anno Tele Monte Orlando. A Genova trasmette sul canale 33 TIL televisione indipendente ligure. A Pisa è attiva Ottolina TV, una tv che si può vedere solo uscendo di casa e andando in piazza, nata da un laboratorio sul video all’interno del cantiere sociale Hops. La grande speranza è il video streaming. Grazie alla disponibilità crescente della banda larga sta diventando possibile far circolare sulla rete grandi quantità di video streaming. In tal modo si potranno creare degli archivi a disposizione sia degli internauti che delle singole televisioni di strada, che potranno trasmetterli dalla rete allo schermo televisivo.

Tutte le informazioni necessarie per costruire una televisione di quartiere sul sito www.telestreet.it

 

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